Diamante Caprioli
La purezza dei diamanti: cos’è e come si riconosce?
In armonia tra loro, le 4C di un diamante sono imprescindibili per certificarne la qualità: taglio (cut), peso in carati (carat), colore (colour) e purezza (clarity). Il Clarity esprime il grado di purezza di un diamante, di conseguenza quantifica il numero, la posizione, il colore, la riflessione e le dimensioni delle inclusioni presenti all’interno della pietra attraverso una lente a 10 ingrandimenti. Quest’ultima dev’essere acromatica e aplanatica per evitare di “schiacciare” l’immagine e dare un’idea di profondità.
Perché si formano delle inclusioni? Perché il diamante ha origine naturale e “non ce n’è uno uguale all’altro”: nessun diamante, infatti, è puro al 100%.
Diamante Caprioli
La purezza “impura” dei diamanti: tipologie e scala di difetti
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- Inclusioni (irregolarità interne);
- Difetti esterni (in superficie)
La classificazione segue la notazione inglese:
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- FL - La purezza rasenta la perfezione;
- IF – I diamanti non presentano difetti al proprio interno (assenza di inclusioni a 10 ingrandimenti);
- VVS: VVS1 e VVS2 – Ci sono delle irregolarità microscopiche (molto difficili da identificare a 10 ingrandimenti);
- VS: VS1 e VS2 – Ci sono delle irregolarità minuscole (difficili da identificare a 10 ingrandimenti);
- SI: SI1 e SI2 – Ci sono delle irregolarità piccole (facili da identificare a 10 ingrandimenti);
- I: I1, I2 e I3 – Le anomalie sono ben visibili a occhio nudo.
Caprioli 1960 seleziona solo le pietre di migliore qualità e lavorate a regola d’arte, destinate a durare nel tempo.
Caprioli 1960 seleziona solo le pietre di migliore qualità e lavorate a regola d’arte, destinate a durare nel tempo.