GALÀCollier Baguette e Round
Diamante Caprioli

L’estrazione dei diamanti e il progetto Kimberly

Tutti i gioielli hanno una storia alle spalle: non sempre riguarda la vita di chi li sceglie o li indossa. Ad esempio, può riferirsi alla loro provenienza. Da dove arrivano? Perché dovrebbe essere importante saperlo?
Caprioli 1960 impiega tempo, risorse ed energie nella ricerca dei diamanti giusti da proporre al pubblico.
Ormai è risaputo: spesso il rapporto che intercorre tra alcuni diamanti e i territori scossi dai conflitti militari è molto stretto. È senz’altro una questione di etica: quali sono le condizioni dei minatori e della gente che abita i paesi in cui i diamanti vengono estratti? A quale prezzo? Da qui nasce il progetto Kimberly alla fine degli anni Novanta: tracciare il percorso di questi diamanti, evitando di alimentare o finanziare insurrezioni, diventa un’esigenza indispensabile per l’azienda. Di conseguenza, sensibilizzare i consumatori in merito ai “Diamanti Insanguinati” (o “Diamanti di Sangue”) e dimostrarsi contro le ingiustizie sociali sono due degli obiettivi primari di Caprioli 1960.

Il concetto di trasparenza si trasforma in una prerogativa essenziale per qualsiasi brand che si rispetti. Il minimo indispensabile da garantire al cliente. E, affinché quest’ultimo possa davvero fidarsi del processo di vendita, è necessario che le caratteristiche dei diamanti siano chiare, precise e scritte nero su bianco. L’intenzione primaria resta quella di difendere i diritti umani di ciascun civile, oltre che le aree a rischio da un punto di vista ecologico: da adesso in avanti sostenibilità, autenticità ed etica sono le parole-chiave che devono caratterizzare l’intera filiera dei diamanti.

L’estrazione dei diamanti Caprioli 1960 è etica e lecita

Caprioli 1960 acquista i suoi diamanti direttamente alla fonte, in tutto il mondo. Di conseguenza, sa che la loro provenienza è lecita e che il loro commercio non alimenta conflitti armati, né azioni militari contro la popolazione civile in violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
L’azienda compra diamanti esclusivamente dai paesi che aderiscono al Kimberly Process Scheme: non a caso il passaporto con cui essi vengono venduti ne attesta la qualità e la provenienza.
Artigiani, dipendenti, collaboratori e rivenditori sono il collante che tiene unito il brand, permettendogli di crescere ed emergere sul mercato, tutelando e sostenendo sempre le condizioni lavorative e la dignità umana.

La certificazione IGI: indispensabile per attestare la provenienza e l’estrazione dei diamanti
Una certificazione dell’IGI (International Gemological Institute) accompagna tutti i gioielli di Caprioli 1960. La certificazione IGI consiste in una card con un codice identificativo, una foto e la descrizione dettagliata del singolo gioiello. Include informazioni relative ai diamanti, come taglio, carati, colore e purezza. I dati sono custoditi in un archivio digitale, gestito dall’International Gemological Institute, e al quale è possibile accedere in qualsiasi momento.

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