Diamante Caprioli
Il taglio dei diamanti
In armonia tra loro, le 4C di un diamante sono imprescindibili per certificarne la qualità: colore (colour), peso in carati (carat), purezza (clarity) e taglio (cut). Quest’ultimo è l’unico elemento che dipende totalmente dall’artigiano; ecco perché è indispensabile che a trattare le gemme siano le mani di un esperto come Caprioli 1960, che ha un’esperienza di oltre 40 anni nel campo della produzione di gioielli.
Il Cut si articola in tre giudizi: proporzioni, finitura, simmetria.
Proporzioni
Valuta il rapporto percentuale delle diverse parti del diamante tra loro. Le proporzioni ottimali massimizzano la brillantezza del diamante. Un diamante ben tagliato restituirà dalla tavola e dalla corona tutta la luce che lo colpisce. Ottime proporzioni possono migliorare anche di due gradini la percezione soggettiva del colore.
Finitura
Considera l’ultima parte del processo di taglio, quella che riguarda le superfici esterne della pietra.
Simmetria
Giudica la geometria generale.
La scala di giudizio di queste componenti è:
Excellent
Very good
Good
Unusual
Diamante Caprioli
Cosa determina il taglio dei diamanti?
In sintesi, il taglio del diamante è forse una delle fasi più delicate della lavorazione del prodotto, perché il “tagliatore” deve tenere conto della pietra grezza, delle proporzioni, della politura (un’operazione di rifinitura in grado di rendere la superficie levigata) e della forma simmetrica che, nel complesso, si vuole ottenere. Un diamante tagliato in maniera frettolosa e poco precisa snatura completamente il colore e la lucentezza della pietra; al contrario, un diamante ben tagliato può:
- Incastonarsi del tutto nel gioiello;
- Evitare di disperdere la luce;
- Risultare più brillante e, nel caso di una collezione o ad esempio di un anello Trilogy, le pietre dovranno “brillare tutte alla stessa maniera”.
Caprioli 1960 si preoccupa di garantire lo splendore di ciascun diamante, mettendo sempre la propria expertise a disposizione di clienti e rivenditori; secondo i valori dell’azienda, perseguiti giorno dopo giorno con l’aiuto di collaboratori e dipendenti competenti, ogni gioiello deve avere un design innovativo e un’estetica accattivante. Caprioli 1960 è sinonimo di garanzia, perfezionismo e luminosità.
Brillante
Uno dei più diffusi, considerato praticamente perfetto per le sue proporzioni, presenta 57-58 faccette romboidali e triangolari. È stato pensato su misura per il diamante, rotondo e luminosissimo, sebbene possa essere sfruttato anche per altre tipologie di pietre.
Si basa sul principio di ottimizzazione della brillantezza. È il più prezioso e permette di perdere, nella fase del taglio, la minor quantità di grezzo. Dalla sua modificazione di forma, ma non di struttura e proporzioni, nascono i tagli ovale, a cuore, e a marquise.
Dobbiamo all’ingegnere di formazione Marcel Tolkowsky (1919) la sua invenzione, in quanto ha saputo studiare le prospettive ideali sia del diametro, sia della distanza tra la corona del diamante e il padiglione.
A Gradini
Ha faccette trapezoidali parallele alla cintura del diamante, gli angoli vengono smussati e, nel complesso, l’aspetto del diamante sembra più trasparente e puro.
Misto
Presenta caratteristiche di entrambi, in quanto combina alcuni elementi del taglio brillante ad alcuni del taglio a gradini. È abbastanza recente, poiché risale alla fine degli anni Sessanta.
Taglio dei diamanti:
Caprioli 1960 sceglie il Princess
Alla categoria del “taglio misto” appartiene il tratto distintivo per eccellenza di Caprioli 1960, il Princess, inventato per la prima volta nel 1970 da Basil Watermeyer. Grazie a un’elevata quantità di faccette, esso è adatto a pietre trasparenti come il diamante e all’uso classico di “anello da fidanzamento”, specialmente nelle tradizioni anglosassoni. Il taglio presenta angoli netti a 90° che consentono al diamante di abbinarsi facilmente alla maggior parte delle montature. I tagli Princess e Radiant coniugano il vantaggio di un taglio sfaccettato con un perimetro di forma rettangolare o quadrato (nel Radiant si aggiunge l’eleganza antica degli angoli tronchi).
Con questa tipologia, Caprioli 1960 desidera lanciare un messaggio di femminilità e sofisticatezza ai clienti che sono alla costante ricerca di pietre straordinarie e finemente lavorate. Per distinguersi, tutti i prodotti del brand sono dotati di un piccolo diamante taglio Princess al loro interno.
Taglio dei diamanti: a baguette
Ha una struttura rettangolare, che ricorda per l’appunto la forma della “baguette” (da cui prende il nome). Appartiene alla categoria dei tagli a gradini e, tendenzialmente, non viene usata come pietra principale, ma secondaria.
Taglio dei diamanti: antico
Nei primi anni di lavorazione dei diamanti, la pietra veniva solamente lucidata; la levigatura di angoli e spigoli porta alla nascita del taglio “antico”, indispensabile per rendere il gioiello più grazioso a livello estetico.
Taglio dei diamanti: a smeraldo
Fa parte dei diamanti taglio a gradini e viene chiamato “a smeraldo” perché, attorno al 1500, fu inventato per far risaltare la luminosità e il colore della pietra verde. È sconsigliabile utilizzarlo in caso di bassa purezza della gemma, perché ne sottolinea i difetti.
Taglio dei diamanti: a cuscino
Il nome di questo taglio prende spunto dal suo aspetto “a cuscino”, che combina la forma quadrata a quella tonda in un design vintage particolarmente indicato per i diamanti colorati, poiché ne rafforza la brillantezza.
Taglio dei diamanti: a rosetta
Si tratta di un taglio sempre più raro e quasi caduto in disuso, in quanto viene riservato a diamanti molto spessi. È un’evoluzione del taglio “a cabochon” (ha 24 faccette triangolari nella parte superiore, ma una base piatta) e prende la struttura di una “rosa”. Risale al XVII e XVIII secolo.
Taglio dei diamanti: marquise
La sua nascita si rifà alla Francia del XVIII secolo: Luigi XV aveva imposto ai gioiellieri di creare dei diamanti che somigliassero alle labbra della marquise di Pompadour, la sua amante; ecco perché questo taglio simboleggia il romanticismo. È il più indicato per massimizzare la percezione delle dimensioni del diamante che, grazie alla sua forma oblunga e agli estremi appuntiti, fa apparire il gioiello più grande.
Taglio dei diamanti: a cuore
Fa parte dei diamanti taglio brillante e, normalmente, ha dalle 56 alle 59 faccette. È una delle forme più richieste, perché si adatta a vari gioielli: braccialetti, collane, anelli e, in generale, ciondoli. Non solo: è indicato come regalo di anniversario, San Valentino, compleanni, e così via. Si pensa che abbia avuto origine in India.